Széchenyi Chain Bridge,Ungheria
Conosciuto come “il Ponte delle Catene” o “Széchenyi Lánchíd”, così come lo chiamano gli
ungheresi, è uno dei simboli più importanti e antichi di Budapest. Un’opera ingegneristica che nel
1849, dopo la rivoluzione ungherese del 1848, collegò per la prima volta
Prima della sua costruzione coloro che volevano viaggiare attraverso le sponde del Danubio erano
costretti a imbarcarsi su delle chiatte di legno e, nel periodo invernale a camminare sulla superficie
ghiacciata, sempre che le temperature fossero sufficientemente basse. A quei tempi era facile
restare bloccati sulla parte sbagliata del fiume, resa impraticabile dagli improvvisi cambiamenti
climatici. Infatti, fu così che nel 1820 il conte István Széchenyi, impossibilitato ad attraversare il
fiume per partecipare al funerale del padre, decise di costituire una fondazione per finanziare la
costruzione di un ponte permanente.
Il progetto fu affidato all’ingegnere inglese William Tierney Clark e supervisionato dello scozzese
Adam Clark, mentre gli imponenti leoni in pietra posti a guardia di entrambe le estremità furono
scolpiti nel 1852 da János Marschalkó. Il ponte, costruito in pietra, deve il suo nome alle lunghe
catene in ferro battuto che collegano le due torri, come a voler rappresentare l’unione
indissolubile di due realtà, il legame di due anime impegnate a svolgere un ruolo storico molto
importante per la città.
Il Ponte delle Catene, come tutti gli altri ponti di Budapest, fu distrutto dai tedeschi durante la
Seconda Guerra Mondiale, ma prontamente ricostruito e riaperto nel 1940, esattamente 100 anni
dopo la data della prima inaugurazione. Oggi, questo splendido monumento, si erge in tutta la sua
bellezza, simbolo di grandissimo orgoglio patriottico per tutti gli ungheresi. Uno spettacolo
imperdibile, in grado di donare a ogni viaggiatore l’immagine poetica di un mondo senza tempo.
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#Bridge
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